F.A.Q.
Perché la cagna abortisce?
L’aborto è l’espulsione del prodotto del concepimento.
Quest’ultima può essere indotta (gravidanza indesiderata) oppure spontanea quando esso si verifica per cause naturali.
Le cause di un aborto naturale, possono dipendere da svariati fattori:
- alterazioni genetiche
- cause immunologiche
- gravi malformazioni
- problemi placentari
- malattie croniche della madre (per esempio diabeteo gravi malattie cardiache)
- malattie genitali (per esempio tumori dell’uterno, piometra…)
- infezioni batteriche (brucella, micoplasmi, ureoplasmi)
- infezioni virali (cimurro, Herpesvirus, FIV, FeLV…)
- infezioni protozoarie (toxoplasmosi, neospora…)
- malattie endocrine (ipotiroidismo, problemi ovarici…)
- malnutrizione
- traumi
- stress
- cause iatrogene (a seguito di ingestione di cortisonici, chemioterapici, estrogeni, prostaglandine, antiprolattinici).
Se l’aborto avviene molto precocemente può capitare che l’embrione venga riassorbito; ma se avviene tardivamente ecco che assistiamo all’espulsione di feti a vario grado di sviluppo, che presentano macerazione, lisi o mummificazione. Talvolta questi feti possono essere vivi, ma incapaci comunque di sopravvivere all’esterno.
La diagnosi di aborto spontaneo viene posta quando si verificano i seguenti criteri (come da linee guida SIEOG 2015):
camera gestazionale con diametro medio superiore a 25mm, ma senza embrione visualizzabile (detto anche “uovo cieco”, termine ormai sorpassato)
embrione di dimensioni superiori a 7mm, con attività cardiaca assente (detto anche “aborto interno”)
Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Il medico risponderà volentieri ai vostri commenti.
Che importanza ha l’alimentazione in fase di riproduzione?
“Sia il cibo la tua medicina!” affermava il saggio Ippocrate.
Lo stato di buona salute dei nostri amici animali è, infatti, strettamente connesso alla qualità e alla quantità di alimento che forniamo loro. Qualora si manifestino turbe a carico di organi e/o interi apparati (cuore, ossa, reni e vie urinarie, ghiandole, ecc.), la terapia farmacologica viene spesso associata ad un’adeguata somministrazione di alimento per non infierire ulteriormente sullo stato di salute dell’animale, già compromesso dalla patologia sottostante.
La riproduzione NON rappresenta un’eccezione in tal senso: bisogna, pertanto, adeguare la razione giornaliera a quelli che sono i fabbisogni connessi allo stato parafisiologico in cui si trova il cane o il gatto in gravidanza o in lattazione.
Durante il primo mese di gravidanza il tipo di dieta resta pressoché invariato: bisogna evitare la somministrazione eccessiva di grassi i quali potrebbero rendere poi il parto difficoltoso; fornire adeguati quantitativi di proteine contenuti in carne e pesce e garantire anche una discreta quantità di cereali (farro, orzo, ecc.) evitando, però, l’eccesso di amido (si raccomanda una prolungata cottura degli stessi in acqua)
Tra le verdure di prima scelta annoveriamo le zucchine, i fagiolini, la zucca, il finocchio e soprattutto le carote poiché sono ricchi di sali minerali, vitamine e fibre.
L’apporto di acidi grassi polinsaturi si ottiene mediante l’aggiunta di oli di semi di mais, di girasole e di arachidi ( particolarmente importante quest’ultimo per il gatto).
Si può inoltre integrare l’alimentazione durante la gravidanza con una tisana alle foglie di lampone, l’erba di gravidanza per eccellenza. La foglia di lampone fortifica l’utero e facilita le fasi del parto. Si possono mischiare le foglie direttamente con il cibo, oppure sotto forma di infuso.
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Cos’è la CRIOCONSERVAZIONE?
Sebbene la selezione, è stata applicata dall’uomo a partire dalla domesticazione della specie, negli ultimi decenni le tecniche per la riproduzione assistita (assisted reproductive technologies ‘ART’ ) hanno permesso di compiere notevoli passi avanti nel miglioramento genetico degli animali da compagnia.
La crioconservazione del materiale seminale del cane rientra tra gli interventi di fecondazione artificiale, che in particolare nella specie canina è considerevolmente incrementata.
L’utilizzo del seme congelato consente la conservazione del materiale per periodi illimitati e favorisce lo scambio del seme tra soggetti di alto valore genetico che si trovano in punti differenti del mondo.
L’opportunità di trasferire il materiale seminale in paesi esteri evitando lo spostamento fisico del cane, favorisce la riduzione dei rischi sanitari legati allo stress (un cane stressato non fornirà una raccolta seme di qualità e lo stress potrebbe favorire un blocco del calore nella femmina) a cui in caso contrario sarebbero sottoposti i soggetti.
La spedizione del seme è compiuta con l’utilizzo del “Dry Shipper”, un contenitore per il trasporto criogenico in vapore di azoto liquido. Quando il seme raggiunge la sua destinazione, sarà compito del veterinario ricevente trasferirlo al più presto in un bidone con azoto liquido per lo stoccaggio.
La possibilità della conservazione del seme, consentirà l’utilizzo dello stesso nel momento preciso di maggiore fertilità della femmina.
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A cosa servono le lastre ufficiali?
I cani sono predisposti a determinate malattie genetiche di natura ortopedica, soprattutto quelli di taglia grande e gigante.
Le problematiche che ne derivano cominciano a manifestarsi in età adulta sebbene possano essere precocemente diagnosticate quando l’animale è ancora giovanissimo.
Come? Mediante una visita clinica accurata dell’apparato muscolo-scheletrico e annesso esame RX delle varie articolazioni: a seconda della razza.
Se avete dato uno sguardo al pedigree del vostro cane, avrete notato che nel documento (in basso a destra, alla Legenda) sono presenti sigle che si riferiscono all’esecuzione delle radiografie ufficiali per la diagnosi di malattie genetiche ereditarie gravi, quali la displasia dell’anca (Hip dysplasia = HD) e del gomito (Elbowdysplasia = ED). Tali radiografie sono l’unico esame accreditato ufficialmente per dimostrare se il vostro cane è esente o affetto dalle malattie di crescita. In considerazione dell’origine genetica di tali patologie, risulta fondamentale durante l’acquisto di un cucciolo ma anche nel caso di accoppiamenti, che più cani possibili della genealogia abbiamo effettuato lo screening.
La displasia, infatti, essendo una malattia ereditaria a carattere recessivo, non si esprime clinicamente in tutti i soggetti geneticamente colpiti, ma solo in una parte di essi. Il patrimonio genetico dei genitori può essere considerato libero da displasia non solo quando essi stessi non ne sono colpiti, ma quando non sono risultati displasici anche tutti i loro fratelli, sorelle, nonni e zii. Quindi, per conoscere se un soggetto non clinicamente affetto da displasia è anche adatto alla riproduzione (non è cioè un portatore sano che trasmette la malattia alla sua discendenza), bisogna conoscere il suo pool genetico, valutando quindi tutta la sua parentela.
E’ evidente che tali sigle compariranno accanto a ciascun nome dei parenti del nostro cane, solo nel caso in cui l’allevatore abbia fatto effettuare tali radiografie da un Veterinario fiduciario e che l’esame sia stato mandato ad una delle due Centrali di Lettura accreditate CELEMASCHE ed FSA.
Se invece sul Pedigree non compaiono sigle riferite ai giudizi ufficiali, NON vuol dire che il cane è esente dalle displasie ma piuttosto che non è MAI stato sottoposto a tali esami.
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Quando fare il cesareo?
Non sempre il travaglio conduce al parto naturale, per cui in tali circostanze è opportuno decidere di ricorrere al cesareo nel minor tempo possibile per evitare sofferenza dei feti e morte della madre per setticemia.
È bene sapere che, superate le 12 ore di travaglio i cuccioli perdono di vitalità ed liquido amniotico, che indica il benessere dei feti da limpido e chiaro assume colorazioni brunastre, segno di avvenuto distacco placentare. In questo caso sarà molto difficile rianimare i cuccioli ma si tenterà l’impossibile con massaggio cardiaco ed eventuale somministrazione di adrenalina.
Il cesareo viene effettuato anche quando si è di fronte a razze brachicefale, dove vi è una sproporzione tra il volume della testa del feto e la dimensione del canale del parto materno (es. bulldogs, pechinese, carlino, ecc), o in caso di complicazioni imputabili a malposizionamenti fetali, distocie o ad infezioni uterine e problemi genetici degli stessi feti.
Anche lo stress è un elemento fondamentale: infatti è sempre bene lasciare che le madri vivano la gestazione nel più tranquillo dei modi.
L’intervento si effettua mediante incisione della parete addominale lungo la linea mediana per poter estrarre i cuccioli.
LA LEGGE VUOLE CHE SIA LO STESSO PROPRIETARIO A DECIDERE DI ESEGUIRE L’INTERVENTO IN QUESTIONE.
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Come occuparsi dei cuccioli appena nati?
Le cure fondamentali ai cuccioli neonati possono essere sintetizzate in 4 punti.
OSSIGENAZIONE: la prima respirazione del neonato è estremamente importante soprattutto se immaturo o se al momento dell’espulsione il cucciolo si presenta podalico in questo caso il primo atto respiratorio può avvenire prima dell’espulsione completa con il rischio di inspirare i liquidi a livello polmonare.
E’ anche possibile che cagne inesperte, spesso agitate al momento del parto, non si occupino sufficientemente dei cuccioli appena nati; se il sacco amniotico non viene rotto nel minor tempo possibile dopo l’espulsione (almeno entro i primi 2 minuti) è possibile che il cucciolo soffochi a causa dell’inspirazione dei liquidi contenuti all’interno del sacco stesso (liquido amniotico). Per poter far fronte a tale evenienza è bene prendere il cucciolo, tenendolo con la testa rivolta verso il basso e la bocca aperta e fare dei leggeri ma decisi movimenti oscillatori che permetteranno di espellere i fluidi eventualmente inspirati.
L’ utilizzo di un analettico respiratorio (doxapram) può essere preso in considerazione se le manualità pocanzi descritte non sortiscono un buon effetto : si depositano 1 o 2 gocce sotto la lingua dopo aver assicurato la pervietà delle vie aeree.
Dopo l’ espulsione della placenta se la madre rimane inattiva occorrerà legare il cordone ombelicale con filo riassorbibile a 1-2 cm dall’ addome del cucciolo e quindi tagliare il cordone 1 cm sotto la legatura. Nel caso in cui non sia disponibile del filo da sutura è possibile anche pinzare il cordone con una pinza sterile per 1-2 minuti esercitando così una emostasi e tagliarlo a circa 2 cm dall’ addome del cucciolo. E’ buona norma dopo questa operazione disinfettare il moncone del cordone ombelicale con una garza imbevuta di disinfettante quale clorexidina, per scongiurare il rischio di onfaliti.
RISCALDARE : nel caso in cui la cagna sia agitata o abbia uno scarso istinto materno per cui evita di leccare i cuccioli sarà necessario frizionare i cuccioli con un panno pulito, soprattutto sul torace, per stimolare gli atti respiratori.
Nei cuccioli neonati la termoregolazione non è ancora attiva pertanto sono molto sensibili al freddo.
L’ ipotermia neonatale può essere aggravata dalla mancanza del riflesso di rabbrividire (sino al 6° giorno) e dal basso livello di grasso sottocutaneo.
Per quanto i cuccioli tendano a riscaldarsi reciprocamente col contatto ,mettendosi uno vicino all’altro, sono completamente dipendenti dalla temperatura ambientale per almeno i primi 15 giorni. La temperatura corporea dei cuccioli è 35,5-36,5 °C durante la prima settimana e passa a 38 °C alla 3° settimana.
Se questa temperatura si abbassa a 35 ° C, il cucciolo non riesce più ad alimentarsi spontaneamente e nonostante il pianto, molto spesso viene allontanato dalla stessa madre; a 22 °C di temperatura corporea il cucciolo è amorfo.
In genere è facile evitare l’ ipotermia dei cuccioli controllando la temperatura della sala parto e della cassa parto.
Si raccomanda che la temperatura nella cassa parto sia alla nascita di 31 °C per poi gradualmente arrivare alla terza settimana a 22°C.
Nel caso in cui si abbia di fronte una cucciolata ipotermica bisognerà procedere ad un riscaldamento progressivo nell’ arco di 1-3 ore aiutandosi con borse dell’ acqua calda o panni caldi e con tappeti scaldanti da fissare al pavimento della cassa parto.
REIDRATARE così come il cucciolo è sensibile alle basse temperature così anche la disidratazione può determinare diversi problemi tra cui la perdita di peso.
Diversi fattori spiegano questa particolare facilità del cucciolo a disidratarsi : innanzitutto l’ 82% del peso del neonato è costituito da acqua, la superficie corporea è molto importante: la cute rappresenta il 25% del peso totale, lo strato cheratinizzato alla nascita è quasi inesistente e sarà definitivamente funzionante solo a 20 – 30 giorni.
Il rene del cucciolo è totalmente immaturo, il riassorbimento dell’ acqua filtrata a livello renale non rappresnta che il 20-50 % di quello che avverrebbe nel rene del cane adulto.
L’ umidità ideale della sala parto è 55-60 %, se il tasso di umidità raggiunge i 35 % i rischi di perdite idriche polmonari sono notevoli.
Un’ umidità dell’ 80-90 % non è consigliabile se non nella fase iniziale della disidratazione. Oltre questi valori si facilita la moltiplicazione batterica.
Per dei cuccioli ammalati che devono essere riscaldati si preferisce impiegare delle borse dell’ acqua calda o il calore dal basso ottenuto con delle pedane scaldanti piuttosto che le lampade infrarossi perché quest’ ultime seccano troppo l’ aria ambientale.
Il fabbisogno quotidiano di acqua dei cuccioli è di 1-2 ml/100 gr. di peso.
Un cucciolo disidratato smette di alimentarsi, perde vitalità poi si raffredda ed è rifiutato dalla madre.
La conferma della disidratazione è indicata dalla perdita di peso più che dalla persistenza delle pliche cutanee.
Se il cucciolo perde più del 10 % del suo peso alla nascita nelle prime 24 ore, deve essere immediatamente reidratato con un biberon di acqua zuccherata, se non c’è recupero, occorre allattarlo artificialmente somministrare della soluzione isotonica fisiologica sottocute (1 ml/30 gr di peso).
NUTRIZIONE il cane adulto è un buon utilizzatore di grassi come fonte energetica e può restare a digiuno prolungato fino anche a 3 settimane senza manifestare ipoglicemia.
Al contrario il cucciolo neonato fino a 5 giorni di età e nel caso di cucciolo prematuro anche oltre, non dispone di riserve ed il suo potenziale enzimatico indispensabile per la neoglucogenesi è insufficiente. Una volta nato il cucciolo deve mantenere la sua glicemia su valori normali con la nutrizione frequente che riceverà dalla madre o da una balia o dall’ alimentazione artificiale.
Il latte della madre è il miglior alimento per il neonato purchè sia in quantità sufficiente e di buona qualità. Quando una cagna presenta mastite o ha una lattazione insufficiente per tutti i cuccioli occorre ricorrere all’ allattamento artificiale.
Dal momento che il neonato non deve perdere più del 10% del suo peso durante le sue prime 24 ore, si ricorrerà all’ allattamento artificiale se il cucciolo non è cresciuto di peso al 2° giorno.
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Cos’è l’Herpes virus canino? E come avviene il contagio?
L’Herpes virus canino, classificato nella famiglia “Herpesviridae“, è una delle malattie neonatali molto pericolose per i cuccioli degli allevamenti.
Per i cani il contagio avviene durante l’accoppiamento e le conseguenze più temute sono gli aborti oppure l’infertilità.
La trasmissione di questa malattia si verifica durante il parto e i cuccioli possono morire dopo solo pochi giorni di vita.
I principali sintomi sono ipotermia (diminuzione della temperatura corporea), lamenti e la madre può respingere i cuccioli; altri sintomi possono essere emissione di feci di colore giallo-verdastro, anoressia, dispnea (difficoltà respiratoria), dolori addominali.
Per le femmine adulte i sintomi si manifestano nell’apparato riproduttore come noduli linfoidi (o linfatici), mentre nel maschio si presentano liquido sieroso e tessuti infiammati prepuziali.
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Cos’è la sindrome iperflessoria del carpo?
La sindrome iperflessoria del carpo (SIC) è una patologia muscolo-tendinea che colpisce i cuccioli di alcune razze di taglia medio grande durante il periodo di crescita.
Essa è causata dalla contrattura del muscolo flessore ulnare del carpo.
Può colpire diverse razze, ma si nota una maggior incidenza del Dobermann e nello Shar-pei.
I cani colpiti dalla SIC sono generalmente molto giovani tra le 6 e le 16 settimane. Solitamente vengono colpite entrambe le zampe, a volte in tempi diversi. La zoppia compare improvvisamente e tende a peggiorare con l’esercizio e con il passare del tempo.
Le razze colpite:
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Che cos’è la piometra?
Si tratta in definitiva di un accumulo di pus all’interno dell’utero.
La distinzione si fa fra piometra aperta e piometra chiusa: nel primo caso la cervice uterina è aperta e quindi il pus misto a siero scola all’esterno, rendendo la piometra di più facile diagnosi e causando sintomi leggermente inferiori. Nel secondo caso la cervice uterina è chiusa, tutto il pus rimane all’interno e la sintomatologia è più grave e violenta, in quanto le tossine batteriche provocano setticemia e possono causare una concomitante insufficienza renale e, nei casi molto gravi, anche una CID.
I sintomi della piometra sono:
scolo vulvare purulento, maleodorante, più o meno striato di sangue
polidipsia/poliuria
inappetenza a diversi gradi
abbattimento
letargia
vomito
diarrea
febbre (solo nel 20% dei casi)
zoppia (mi è capitata una cagna in cui l’unico sintomo di una piometra chiusa era una zoppia)
ipotermia
setticemia
insufficienza renale
shock
stato comatoso
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E’ possibile il recupero della fertilità in caso di Piometra?
Recentemente sono stati proposti protocolli terapeutici volti a salvaguardare l’ utero con la speranza di preservare la fertilità della paziente.
L’ efficacia del trattamento aumenta notevolmente se si associa un farmaco che favorisca le contrazioni uterine per promuovere lo svuotamento del contenuto dell’ utero.
La sperimentazione di tale protocollo ha evidenziato un’ottima efficacia e ottima tollerabilità dei farmaci utilizzati e, soprattutto ha reso possibile il recupero della fertilità in quasi tutti i soggetti trattati.
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Cos’è la PREUDOGRAVIDANZA (o gravidanza isterica)?
La pseudogravidanza è un fenomeno spontaneo tipico della cagna alla fine del diestro, caratterizzato dallo sviluppo delle ghiandole mammarie con secrezione di liquido sieroso fino a secrezione lattea vera e propria, ovvero galattorea.
La pseudogravidanza nella cagna è da considerarsi un evento para-fisiologico in quanto l’ andamento ormonale della cagna in diestro è analogo a quello della cagna gravida, questo giustifica il perchè il 64,3% delle cagne intere ha quadri clinici riferibili a pseudogravidanze, in maniera regolare dopo ogni calore e il 7,1 % ha pseudogravidanze in maniera intermittente.
Tale condizione è spesso accompagnata da modificazioni del comportamento che vanno dall’ appartarsi o al contrario cercare il contatto del proprietario in maniera ossessiva allo scavare nella cuccia, come avviene in procinto del parto, ma anche comportamento materno verso cuccioli di altre cagne, gattini, piccoli di altre specie animali o verso addirittura giochi inanimati od oggetti.
Perchè scegliere l’inseminazione artificiale ?
Svariate sono le motivazioni che portano all’utilizzo della inseminazione artificiale come metodologia riproduttiva.
Escludendo le ovvie motivazioni per il seme refrigerato ed il seme congelato, diremo che con l’utilizzo del seme fresco i motivi che possono portare all’utilizzo della inseminazione artificiale possono essere:
•evitare la trasmissione di patologie attraverso il rapporto sessuale (herpes canis, infezioni batteriche, ecc.);
•eliminare il rischio di ferite provocate da uno o da entrambi i soggetti;ridurre lo stress emotivo sia del maschio che della femmina
•ridurre lo stress fisico del maschio, soprattutto in soggetti di grossa taglia o anziani
•ovviare a problematiche di inibizione nel maschio
•ovviare a problematiche di inibizione della femmina
•avere la possibilità di migliorare la qualità del seme prodotto (ricordiamo che qualunque extender utilizzato deve contenere un tris di antibiotici che controllano la proliferazione batterica normalmente presente del periodo d’estro che può dare origine a: scoli vaginali, infezioni batteriche, endometrite e piometra)
Seme refrigerato o congelato ?
Il seme può essere conservato per brevi periodi di tempo mediante refrigerazione (circa 48 ore) e successivo riscaldamento oppure per lunghi periodi mediante congelamento e utilizzato dopo scongelamento (tempo indefinito);
I vantaggi dei due metodi sono facilmente intuibili:
la refrigerazione consente il trasporto del seme;
il congelamento, oltre a permettere il trasporto del seme, consente la conservazione per tempo indefinito del materiale genetico